giovedì 13 agosto 2015

In scena! Spettacolo finale del Summer Camp 20151


LA FOTO DEL GIORNO
@Peppe Iovino

"Land and Dream", così si è chiamato il summer camp 2015 nel campo profughi di Deisha.
Terra e sogno è il tema su cui abbiamo riflettutto, scherzato, giocato e lavorato.
Ora proviamo a mettere insieme i più piccoli e i più grandi, partire dalle maschere scaccia-paure del laboratorio d'arte con le parrucche da pagliaccio e le risate dei workshop di clownnerie, le storie inventate durante i momenti di story telling con la loro rappresentazione tramite improvvisazione teatrale. E' venuto fuori uno show come non se vedono tanti, questo è sicuro ;)
Lo spettacolo è stato aperto dalla Dabka dei ragazzini di Gaza, che hanno lasciato tutti senza fiato.
I bambini si sono esibiti davanti alle loro famiglie e al termine merenda tutti insieme!
Questo è stato il nostro gran finale, ma non c'è spazio per la malinconia dei saluti, qui si balla, si canta e si gioca, fino all'ultimo secondo.
Ci rivedremo, "inshalla"..."se così dovrà essere".



mercoledì 12 agosto 2015

L'esercito israeliano irrompe a Deisha [audio]


Nella notte tra il 12 e il 13 agosto l'esercito ha fatto irruzione nel campo profughi di Deisha, mentre il Summer Camp è in pieno svolgimento.
Riportiamo qui una breve registrazione delle urla e dei rumori con cui i bimbi di Amal e tutti gli abitanti del campo si trovano svegliati a sorpresa nel cuore della notte più di una volta al mese.
Quando abbiamo chiesto loro di parlarci delle loro paure, molti hanno risposto "i rumori forti"...ora abbiamo davvero chiaro il motivo.

Ci siamo quasi...prove generali!


LA FOTO DEL GIORNO

Siamo quasi arrivati alla fine di questa splendida avventura insieme, tra poco si va in scena: tutti i gruppi del summer camp hanno preparato show di danza, di recitazione, di improvvisazione teatrale, di narrazione e tutti i costumi per salire sul palcoscenico!
Maschere, manichini, strumenti musicali di riciclo...non si capisce (quasi) più nulla, ma lo sappiamo: sarà un successo ;)

Giorno 6: risate sotto l'occupazione



LA FOTO DEL GIORNO
(@Beppe Iovino)

Due bimbi durante le prove per lo spettacolo teatrale.
Qui in Palestina, nonostante l'occupazione e forse proprio per l'occupazione, il clown è uno dei personaggi più amati da tutti, dai più piccoli in particolare. Prima di iniziare abbiamo chiesto a tutti cosa vorrebbero diventare da grandi e in un gruppo da 14 persone, ben 6 bambini e bambine hanno risposto proprio il pagliaccio: bene, si comincia!

Aida Refugees Camp: we will return! Un pomeriggio nell'altro campo profughi di Betlemme


Aida è un altro campo profughi vicino a Betlemme.

E' famoso per essere l'unico della Cisgiordania ad essere attraversato dal muro.

Aida è stato uno dei luoghi più colpiti dalla repressione durante la seconda Intifada, soprattutto dopo che con un grosso incendio sotto una torretta di guardia la resistenza riuscì ad aprire una falla nel cemento e superare per una giornata la sua barriera.

Molte case del campo mostrano chiaramente i segni delle pallottole e anche la scuola delle nazioni unite ha dovuto alzare le sue protezioni a seguito di un'irruzione armata dell'esercito israeliano.
Ad Aida i soldati entrano tutt'ora più frequentemente che in altri campi profughi.

All'ingresso della zona un'enorme chiave monumentale ricorda a tutti che i rifugiati non hanno mai smesso di voler ritornare alle loro terre espropriate. Quando hanno dovuto lasciare di fretta le case, hanno avuto solo il tempo di chiudere la porta; ora lo sanno che le loro dimore probabilmente sono state distrutte, ma qui non vi è famiglia che non conservi ancora e sempre la propria chiave:
"Return is our will and our right", si legge sulle magliette di moltissimi ragazzi.

martedì 11 agosto 2015

Doctor Clown!! Spettacolo al centro per malattie croniche di Betlemme


Oggi i nostri clown si sono esibiti al centro di Al-Sadeel, un'associazione che si occupa di assistenza ai malati di cancro e altre malattie croniche e le loro famiglie.
E' stata una bella mattinata, abbiamo riso e giocato insieme, perchè tra assedio e malattie quel che serve è giusto giusto un clown!

Giorno 5: restiamo umani


LA FOTO DEL GIORNO

La Palestina è una terra splendida, nonostante la guerra, l'occupazione, i check point, la violenza psicologica permanente qui sono tutti ospitali, pieni di fiducia e di voglia di vivere e vivere bene. I bimbi mettono in scena i loro sogni e tutti noi restiamo umani.

lunedì 10 agosto 2015

Bet Lahem street festival...#comeasyouare ;)


Ogni due anni le strade del centro di Betlemme si riempiono di musica e di persone per il Bet Lahem street festival.

Questo agosto 4 giorni di bancarelle con ogni tipo di prodotto d'artigianato e di cucina palestinese, bar aperti fino a tardi, dabka, rap, teatro e spettacoli dal palco principale, ma anche improvvisazioni live e clownery spontanee nei vicoli.

Betlemme è una città fantastica, dove la leggendaria ospitalità dei palestinesi mischia il valore delle tradizioni con l'incontro di differenti culture nella città più internazionale della West Bank. Ce ne eravamo già accorti, ma da queste serate guardiamo Betlemme sotto una luce differente: abbiamo ballato nelle strade, cantato nelle piazze, fumato narghìle, assaggiato l'arak nei locali e conosciuto ragazzi e ragazze con le storie più diverse.

Si potrebbe dire "la Palestina che non ti aspetti", ma qui un'importate lezione è che nulla è come avresti immaginato, e questo vale spesso soprattutto per gli aspetti più familiari della vita, che ritrovi qui semplicemente traslando il contesto. Quando parti dall'Italia sì, sai che nel rispetto di queste terre e dei suoi abitanti devi mettere in valigia magliette con le spalle coperte e pantaloni sotto le ginocchia, sai che c'è la guerra e l'occupazione, sai che è un altro mondo...e tutto questo è vero, ma è soprattutto vero che ci assomigliamo davvero molto più di come vorrebbe la narrazione ufficiale dei mass media, dei confini, del razzismo e dei signori delle guerre.

Ci siamo trovati spesso a dire "oh guarda, sembra Napoli!" o "Qui è Sicilia!" o addiritura "ma va', sembra di stare a Barcellona!", ma no siamo in Palestina e sembra proprio la Palestina, quella di chi la vive e la vuole libera giorno dopo giorno.


domenica 9 agosto 2015

L'arrivo dei bimbi da Gaza!


Sono arrivati i bambini da Gaza!

Un pullman partito la mattina dalla striscia ci ha raggiunti oggi per dare vita ad alcune attività assieme nei prossimi giorni,

Indescrivibile l'emozione dell'attesa con cui le bimbe e i bimbi di Betlemme e Deisha attendevano questo momento da ore: qui chiunque di qualunque età sa cosa significa vivere in un territorio occupato, ma sa altrettanto bene che nella morsa dell'assedio e delle bombe è addirittura peggio.

"Quando arrivano da Gaza?", "Ma arrivano quelli di Gaza?". Tre ragazzi del gruppo dei grandi hanno indossato le loro Kefie per l'occasione, i più piccoli hanno voluto dipingersi il volto con i colori della palestina e scriversi ovunque "I  <3 Gaza".

Alla vista del pullman, i più grandi "padroni di casa" si sono precipitati giù dalle scale per aiutare i nuovi ospiti con i bagagli.

Quel che un esercito divide, il gioco dei bambini unisce. La resistenza qui è ogni gesto della vita in ogni suo giorno.


LA FOTO DEL GIORNO / 2

Ricomincia il secondo ciclo di pomeriggi dedicati al laboratorio sulla città...mentre noi ci zozziamo peer bene di colore la nostra città inizia a prendere forma e abbiamo costruito ognuno il suo luogo preferito da mettervi dentro. Una Palestina libera è possibile.

giovedì 6 agosto 2015

Un pomeriggio al Phoenix Centre..c'est la vie!


Termina così il secondo pomeriggio di attività aperto a tutti i bimbi del campo di Deisha!

quarto giorno...finito il primo ciclo di attività!


LA FOTO DEL GIORNO

Oggi è il quarto giorno di attività e si chiude il primo ciclo.
Questa bimba sta preparando con colla e carta il suo strumento musicale che userà 
allo spettacolo di fine Summer Camp!

mercoledì 5 agosto 2015

Terzo giorno!


LA FOTO DEL GIORNO:

Terzo giorno, proseguono i laboratori della mattina,
qui sono ritratti i ragazzi del gruppo più grande con in mano gli oggetti
con cui stanno inventando la loro storia durante il laboratorio di narrativa.

Cominciano il laboratorio "La città dei bambini" e le attività del pomeriggio


Oggi pomeriggio sono iniziate le attività del pomeriggio.

Tanti giochi aperti ai bimbi del campo di Deisha e soprattutto la possibilità di immaginare, disegnare e costruire la nostra città ideale, a partire dai luoghi che più ci piacciono e che non ci piacciono.

Abbiamo finito la giornata con una lezione di Dabka,la danza tipica palestinese, diretta da alcuni volontari di Betlemme, alcuni bimbi del laboratorio e alcuni anziani gazawi che alloggiano qui al Phoenix Center.

martedì 4 agosto 2015

Deisha Refugees Camp, un giro nel campo vicino a Betlemme


Insieme a uno degli storici presidenti dell'Ibda Cultural Center, una delle associazioni che lavora nel campo profughi, abbiamo visitato Deisha.
In mezzo kilometro quadrato vivono più di 11 mila persone, provenienti da oltre 60 villaggi. Il sovraffollamento causa come principale  problema il sovraccarico elettrico, che, specialmente d'inverno quando sono necessari riscaldamenti e acqua calda, provoca dei black out di diverse ore.


Durante l'estate invece a scarseggiare è l'acqua, perchè spesso il governo israeliano si diverte a staccarla per qualche giorno. Per questo motivo sui tetti di tutte le case si possono vedere delle grosse cisterne, in cui l'acqua viene immgazzinata durante i giorni buoni e riutilizzata per le emergenze.
Chi vive nel campo ha lo status di profugo, che permette di ottenere alcune sovvenzioni. I nuovi nuclei familiari, per non perdere i sussidi o comunque perchè non possono permettersi una casa fuori Deisha, costruiscono man mano nuove abitazioni rialzando le precedenti.
All'interno del campo esiste un tessuto di associazioni molto florido, che organizza attività culturali e sociali, la maggior parte dei muri sono dipinti da disegni che parlano della resistenza all'occupazione e della Palestina libera.




lunedì 3 agosto 2015

domenica 2 agosto 2015

-1: secondo giorno di formazione...i laboratori sono pronti!


Questo secondo e ultimo giorno di formazione lo dedichiamo a mettere a punto i laboratori. Tutti quanti svilupperanno il tema generale del Summer Camp "Land and dream":

- ART THERAPY

 Il laboratorio prevederà attività diverse per il gruppo dei più piccoli (5-7 anni) e per quelli dei più grandi (8-10 e 10-12).
I primi potranno costruire e inventare strumenti musicali rigorosamente con materiali da riciclo. L'attenzione non sarà focalizzata tanto sulla raffinatezza della tecnica, quanto sull'attività di riuso e sulla libertà dell'espressione.
Insieme ai bambini degli altri due gruppi di età, invece, indagheremo e rifletteremo sulle paure di ciascuno e costruiremo sempre con i maeriali riciclati scudi, maschere, elmetti e gli oggetti con cui ognuno si troverà più a suo agio per difendersi e scacciare gli incubi.

-  THEATRE

Il laboratorio teatrale comincerà con alcuni giochi per aiutare i bimbi ad aprirsi al gruppo. Altri esercizi di warm up riscalderanno il corpo e scioglieranno tutti i muscoli prima di entrate nel vivo delle attività. Proseguiremo con alcuni giochi per prendere confidenza con lo spazio e le altre persone che lo stanno condividendo.
Chiederemo a tutti i bimbi di portare il loro oggetto preferito e a quel punto divisi in gruppi potranno raccontare la storia che sta dietro a quell'oggetto, spiegado a tutti perchè è importante per la loro vita.
Un grosso sforzo di immaginazione servirà a questo punto per prendere in mano l'oggetto scelto e fare con questo un gesto o un'azione come se si trattasse di qualcosa di differente. Sarà il pretesto per recitare e improvvisare il sogno di ciascuno per la propria vita, per il proprio futuro. In un secondo momento l'esperimento verrà ripetuto con altri oggetti casuali sparsi in una stanza, che i bimbi dovranno pescare a ritmo di musica.

- STORY TELLING

Il workshop di storytelling si propone di scrivere una storia collettiva, a partire da 5 personaggi iniziali: un uomo anziano, un bimbo, un albero di olive, una pianta di menta e una di salvia.
Tanto per cominciare i bambini potranno disegnare i loro personaggi ed elaborarne assieme il profilo, dall'età al contesto di vita, dal carattere al loro passato.
A questo punto potremo iniziare costruire la trama, che scriveremo assieme sulle pagine di un grosso librone che costruiremo utilizzando cartone e spago di riciclo.

- CLOWNERY

il laboratorio di clowneria ha come primo obiettivo quello di rompere ogni confine e ogni formalità, perchè questo è lo spirito irrinunciabile per ogni clown. La prima sessione sarà dedicata alla produzione e alle attività libere: i bambini potranno disegnare, improvvisare, cantare, intorno ai temi della terra e del sogno. In seguito tutti assieme parleremo e discuteremo delle idee venute in mente ad ognuno. Passeremo poi a raccogliere effetti musicali capaci di descrive la nostra immaginazione.
Successivamente inizieremo a sviluppare le idee elaborate, vestendoci anche di nuovi costumi e dotandoci di oggetti autocostruiti a partire da materiali a cui proveremo a donare un altro carattere. A questo punto potremo preparare la nostra performance ed esercitarci nel centro e nella strada!

.....E LE ATTIVITA' DEL POMERIGGIO: IL LABORATORIO SULLA CITTA'

I pomeriggi saranno aperti a tutti i bimbi del campo profughi di Deisha che avranno voglia di partecipare e svilupperanno il tema "Land and dream" attorno al nodo della città e dello spazio abitato.
Ogni bambino potrà disegnare sè stesso su una parete di carta e utilizzare delle corde colorate per tracciare i legami che lo uniscono ai suoi amici. Durante il Summer Camp i legami potranno essere modificati, andando a costruire una ragnatela sempre più fitta, a seconda delle amicizie che nasceranno. Dopo aver ritratto la propria persona, i bambini potranno rappresentare il loro posto preferito della città e spiegare poi con diversi smile dove sono felici, dove sono tristi, dove possono e dove non possono andare, dove si sentono soli e dove sono insieme.
A partire dalle impressioni di ognuno cominceremo a costruire una mappa che non si svilupperà tanto secondo il realismo geografico, quanto le sensazioni dei bambini.
Divisi in gruppi useremo materiali di riciclo per dare forma alla nostra città ideale.

sabato 1 agosto 2015

-2: inizia la formazione [summercamp]


Ecco, ci siamo quasi. Il gruppo è al completo, sono qui al Phoenix Center i ragazzi di Psychologist for Human Rights ariivati da Gaza, dove hanno trascorso le due settimane precedenti e dove torneranno fino al primo settembre al termine del summer camp di Betlemme, due ragazzi Palestinesi che vivono rispettivamente a Betlemme e a Nablus e un altro bel gruppo da diverse città italiane.



A due giorni dal fischio d'inizio delle attività coi bambini dedichiamo la mattinata alla formazione, a conoscerci meglio a vicenda e a fare da cavie volontarie per i giochi e i laboratori che proporremo.



Abbiamo recitato, improvvisato e costruito storie con un bimbo, un anziano e un olivo palestinese come protagonisti indiscussi.


Proseguiamo domani!



venerdì 31 luglio 2015

Visita nella Gerusalemme blindata: morto un bimbo a nablus tra le fiamme dei coloni

Oggi Geruslemme era blindata. 

Posti di blocco anche fuori dalla porta di Damasco, e dentro tutta la città vecchia. 

Ovunque soldati e polizia a marcare la geografia dell'aparheid, a reprimere e contenere ogni possibile forma di dissenso o ribellione, dopo l'attacco alla spianata delle moschee che esercito israeliano e coloni hanno fatto lo scorso sabato, dopo che oggi, ancora i coloni, hanno lanciato molotov in una casa fuori Nablus, bruciando vivo un bambino di 18 mesi e ustionando gravemente il resto della sua famiglia. 

E a poco valgono le parole vuote, le lacrime di coccodrillo di Mogherini &Co, che chiedono a Israele di contenere i coloni: quello stesso Israele che solo la settimana scorsa ha legittimato a posteriori la costruzione di insediamenti che, per qualsiasi tribunale internazionale, risultano invece essere illegali. 

A un anno da Protective Edge la violenza quotidiana dell'occupazione ci riporta ancora le immagini di corpi carbonizzati, ancora una volta di bambini. Mentre al di qua del muro, nonostante tutto, si continua a resistere.

- 3: la raccolta dei materiali


Mancano tre giorni all'inizio del Summer Camp 2015 e siamo ormai quasi tutti arrivati al Phoenix Center, il principale luogo di ritrovo, socialità e organizzazione all'interno del campo profughi di Deisha.

Con l'aiuto dell'educatrice palestinese che seguirà tutte le attività dei prossimi giorni e di uno dei responsabili del centro abbiamo finito di raccogliere tutti i materiali che ci serviranno per i laboratori del summer camp.

Abbiamo la plastica e il cartone da riciclare, le tempere e i pastelli per colorare, i fogli e le corde per costruire assieme la nostra città ideale, i palloncini e le maschere per recitare e raccontarci le nostre vite per conoscerci meglio con gli oltre 80 bambini di Deisha, Betlemme e Gaza con cui trascorreremo le prossime settimane.

Ah già! Abbiamo pure le magliette!

Qui è quasi tutto pronto...stay tuned!




mercoledì 29 luglio 2015

L'arrivo a Betlemme: Welcome to Palestine



Atterriamo a Tel Aviv, con un Taxi collettivo arriviamo a Gerusalemme. Attraversiamo il quartiereort odosso fino a Damascus Gate, dove prendiamo il 234 fino a Betlemme.
In realtà non proprio fino a Betlemme: il pullman deve necessariamente fermarsi alla "porta" di ingresso della città che si trova nei territori occupati: siamo al CHECK POINT sotto il controllo dell'esercito Israeliano e questo è l'unico modo per entrare e uscire dalla zona...per noi oggi, per migliaia e migliaia di persone tutti i giorni, e mentre per noi ottenere un visto non è stato poi tanto complicato, per chi vive a Betlemme è quasi impossibile.
Proseguiamo con gli altri sul pullman assieme a noi, costeggiamo a piedi il muro dal lato Palestinese, finalmente siamo a Betlemme.

domenica 26 luglio 2015

Attacco israeliano alla moschea di Gerusalmme

La polizia israeliana questa mattina è entrata nella moschea di al-Aqsa a Gerusalemme. Il pretesto era quello di fare solo "pochi metri" per sgomberare un mucchio di petardi. Parecchi giovani palestinesi hanno resistito al lancio di numerosi gas lacrimogeni all'interno della moschea mentre la polizia ha bloccato l'accesso all'edificio. 

da  Maan, Quds Press e Pic:

- Il direttore del complesso di al-Aqsa, Omar Kiswani, ha riferito che 19 guardiani del dipartimento dei Beni islamici sono stati feriti dopo essere stati aggrediti dalle forze israeliane con bastoni, proiettili di metallo rivestiti di gomma e lacrimogeni.



 
- Kiswani ha dichiarato che 70 coloni israeliani hanno invaso al-Aqsa nel pomeriggio, entrando dalla Porta dei Maghrebini, accompagnati da 100-150 poliziotti israeliani.
- Durante l’assalto gli israeliani hanno bruciato tappeti e rotto muri, porte e distrutto alcuni interni.
- Cinque Palestinesi sono stati arrestati.


 foto da Agenzia stampa Infopal - www.infopal.it


 








sabato 25 luglio 2015

Amal, pedagogia indisciplinata contro guerra e discriminazione: i progetti

"Amal" è un esperimento pedagogico, contro ogni guerra e forma di discriminazione, che dura ormai da più di dieci anni. Nato dalla volontà di costruire uno spazio per i bambini palestinesi dove i muri fosse possibile abbatterli, dove ci fosse la possibilità di superare barriere sociali, culturali e religiose e costruire invece un'avventura che parli di solidarietà, di gioco e di futuro, in questi anni questo spazio si è dato ed è cresciuto: al centro per bambine e bambini della città e dei campi profughi di Betlemme si sono affiancati nuovi progetti e nuove scommesse, in Palestina così come in Italia. 


Negli anni si sono infatti susseguiti scambi con le/i bambine/i del centro e quelle/i delle scuole elementari di Milano, prima attraverso scambi di storie e disegni, poi attraverso il progetto "semi di pace". 


E sarà proprio da quest'ultimo che si svilupperà poi, a partire dal 2010, il "Progetto ulivi", una sperimentazione in atto ancora oggi e che vede i bambine/i e ragazze/i del centro di Amal a Betlemme prendersi cura di un campo dove hanno piantato ulivi e altri alberi da frutto, con il supporto dei contadini locali: un territorio altrimenti abbandonato per la sua troppa prossimità al muro ed alle colonie (a ridosso delle quali Israele non permette alcuna costruzione e spesso minaccia anche le coltivazioni con le troppe conosciute incursioni dei buldozer) e che invece, grazie a questo progetto, continua a produrre narrazioni, affezione alla terra e forse anche qualche seme di speranza.

Ancora, Amal promuove progetti nelle scuole superiori della città per raccontare la Palestina, che non è un "lontano teatro di guerra", ma anzi il paradigma estremo di negazioni di diritti, discriminazioni, intolleranze che vediamo avvenire ogni giorno anche intorno a noi, sebbene su altre scale. Nelle scuole si parla infatti di diritto all'acqua e al territorio, di apartheid, di razzismo... temi che sono parte del nostro quotidiano e che ci aiutano a tessere un filo rosso, ad abbattere in primis il muro dell'indifferenza.


Amal è quindi un esperimento di educazione indisciplinata, in Italia e in Palestina, dove bambini e ragazzi di diverso credo e stato sociale si incontrano e confrontano, imparando ad abbattere ogni giorno i muri del pregiudizio e dell'intolleranza, a coltivare e prendersi cura della terra e degli altri, a lottare per un futuro di pace.

Amal, bambini per la pace Onlus: chi siamo



Chi siamo 

www.associazioneamal.org

iscriviti al gruppo facebook! 



Nasce il 27 marzo 2003 dopo le esperienze personali di alcuni di noi, che hanno toccato con mano il disagio socio-educativo dei bambini nei Territori palestinesi. Nasce con un nome di persona, Amal, che in arabo significa speranza.
I bambini palestinesi devono quotidianamente fare i conti con un’occupazione militare che, spezzando la continuità territoriale, rende difficoltosi gli spostamenti. Andare a scuola, far visita ad un amico o ad un parente, possono diventare viaggi interminabili e a volte impossibili.
Le conseguenze sul piano educativo sono molteplici: perdita di capacità di apprendimento difficilmente recuperabile, limitazione delle prospettive per il futuro di più generazioni, riduzione delle possibilità di espressione e socializzazione.
Inoltre, il clima di rabbia e sconforto che si respira presso gli adulti viene assorbito immediatamente dalle giovani generazioni, che rimangono così intrappolate in un circolo vizioso di privazione e umiliazione che compromette una crescita equilibrata.
Bambini che disegnano ripetutamente carri armati e soldati. Bambini
dal sonno interrotto dalle frequenti incursioni dei militari israeliani. Bambini costretti ad assistere all’umiliazione dei propri genitori.
Bambini segregati da sempre nella propria città, circondata da un muro, un altissimo muro di cemento superabile soltanto con la loro immaginazione.
E’ possibile abbattere il muro? Noi ci proviamo!
Abbiamo cominciato abbattendo il muro dell’indifferenza, della diversità e della paura.

Abbiamo intrecciato relazioni stabili con i bambini palestinesi e le loro famiglie perché siamo convinti che questo sia l’inizio di un cambiamento di prospettiva, che uno sguardo più fiducioso rivolto al futuro possa rappresentare un concreto segno di speranza per questo popolo, e per quello israeliano.
Per questo ai soci è proposto un coinvolgimento attivo: attraverso la formazione personale sulle tematiche relative al conflitto, il confronto e la collaborazione nei progetti associativi e magari attraverso un’esperienza di volontariato e di contatto diretto con la realtà palestinese.

Vogliamo portare una speranza… al di là del muro!